Teatro

Ciro Sabatino: teatro in aggregAzione nonostante il silenzio dell'informazione

Ciro Sabatino: teatro in aggregAzione nonostante il silenzio dell'informazione

Tempi duri per il teatro, ed è proprio nei periodi di difficoltà che spesso nascono, come fiori in un deserto, eccezionali occasioni di rinascita. Il paragone floreale non è del tutto casuale, perché parliamo di una rassegna teatrale che porta in scena ben ventidue compagnia campane in quel polmone verde, uno degli ultimi rimasti e senza dubbio fra i più ricchi, che è per la città di Napoli il Real Orto Botanico. Un polmone verde che respira d’ossigeno ma, per oltre due settimane, anche teatro grazie alla cura che il direttore artistico Ciro Sabatino, patròn insieme ad Annamaria Russo dello spazio “Il Pozzo e Il Pendolo”, ha messo nel costruire un cartellone che sotto il nome di “Aggregazioni” porta in scena realtà spesso emarginate dei cartelloni dei grandi circuiti. Certo non mancano i nomi di artisti affermati quali Roberto Azzurro, che ha aperto la rassegna insieme a Piero Pignatelli con “Il Primo Processo ad Oscar Wilde” per la drammaturgia di Massimiliano Palmese, Peppe Lanzetta ed il suo “Canto per InferNapoli”, o la straordinaria Gea Martire con il monologo “Della staoria di G.G.” in cui mescola eros e thanatos, dramma e grottesca comicità,  o Sara Sole Notarbartolo, oramai molto più di una promessa, qui regista ed autrice dello splendido “La Tentazione”,  e l’acclamatissimo “Juve Napoli  1-3” di Maurizio De Giovanni, diretto da Massimo De Matteo ed interpretato da Peppe Miale.  Ma a questi nomi sono abbinati tantissimi altri appartenenti a quel teatro emergente o che, seppur già emerso, ha bisogno di vivere in aggregazione, appunto, per sentirsi protagonista della scena teatrale. La rassegan ha in cortellone titoli come  “Mamma compie 70 anni”, drammaturgia e regia di Alessandra Asuni, “L’ultima settimana di Boss Boss” per la regia del Teatro dell’Anima e Salvatore Gatto, “Romantika” di Erminia Sticchi. “Piccole tragedie minimali” per Ars Musae, il Teatro di Legno con “La Nave dei Folli”, Il Teatro Nel Baule e “Uno, Ddoje, Ddoje e Miezo, Trè.. Pulicinè ”. E ancora  “Clitennestra studio 1” da Marguerite Yourcenar, “ La Repubblica delle Banane” di Ilaria Mavilla e “Serafino Gubbio Operatore” liberamente tratto da Luigi Pirandello, quindi, per L’Osservatorio Palestina  “Mi chiamo Omar” e il concerto spettacolo del “Quartetto papanimico” e , per finire, “L’incoronata” di Emanuele Tirelli, "Barbablù" in collaborazione con Benevento città Spettacolo, e “Harold è diventato verde” di Manlio Santanelli. Il bilancio della rassegna, arrivata al suo giro di boa è più che soddisfacente per la risposta del pubblico e per la qualità di quanto finora proposto, salvo una certa freddezza dei mass media che dovrebbero informare, appunto, i possibili fruitori, ma che preferiscono occuparsi di informazioni generaliste o di finta cultura, nonostanter la presenza, in conferenza stampa, dell'Assessore alla cultura di Napoli Antonella Di Nocera. È questo l’unico rammarico di Ciro Sabatino, che ha espresso la propria delusione anche attraverso lo strumento dei social network. Un grido di rabbia e di non rassegnazione per la sordità di chi dovrebbe far conoscere il vero impulso creativo e culturale di una città che purtroppo rischia di affossare in una melma di lobbie politiche che gestiscono cultura ed intelletto in barba al pluralismo ed al lavoro di chi, come Sabatino, si accolla il compito di promuoverle.